PERCHE’ SOSTENGO
BERSANI
alle primarie del
centrosinistra
Non ho bisogno di indugiare sulle
ragioni per le quali sento di dovere partecipare alle primarie del
centrosinistra. Sono da sempre un uomo di centrosinistra e penso che, dopo
lunghi anni dominati dall’asse Berlusconi-Bossi, sia tempo di voltare pagina.
Di approntare un’alternativa morale e politica. Attraverso un’aperta
competizione democratica. Convinto come sono che la svolta non può venire né
dal populismo né dalla tecnocrazia. Piuttosto da quell’alleanza larga tra
progressisti e moderati per una vera e propria ricostruzione del paese dopo il
tempo della decostruzione e della decadenza. Un’alleanza che sorregga un
governo politico in senso proprio determinato a rispettare gli impegni da noi
assunti in sede europea e a coniugare rigore ed equità sociale. E’ esattamente
la linea fissata da Bersani sin dal suo insediamento alla segreteria del PD.
Una linea che ha fatto del PD, pur con i suoi limiti, il partito meno esile e
precario del panorama politico italiano.
In estrema sintesi, dunque,
sostengo Bersani per tre ragioni. La prima di carattere ideale e programmatico:
Bersani considera un “punto di non ritorno” l’azione di risanamento e di
ripristino della credibilità internazionale svolta dal premier Monti, ma si
propone di integrare a arricchire la sua agenda con più lavoro, più crescita,
più diritti. E di marcare una svolta su legalità, giustizia, informazione,
fisco. Materie sulle quali la “strana maggioranza” che sostiene Monti inibisce
la sua azione. Esemplare l’occasione mancata della legge anticorruzione che il
PDL ha mal digerito e depotenziato. La seconda ragione è di carattere politico,
a mio avviso, quella decisiva. Una coalizione di centrosinistra, un’alleanza
tra progressisti e moderati, può essere costruita solo da Bersani. Solo lui po’
rappresentare il baricentro di un campo di forze che va da Sel alle forze
moderate di centro, civiche e politiche. Una eventuale vittoria di Renzi, il
competitore sul quale si è oggettivamente polarizzata la partita delle
primarie, quali che siano le sue buone intenzioni, renderebbe assai
problematica la costruzione di un centrosinistra largo e persino la tenuta del
PD. Piuttosto riproporrebbe la ricetta velleitaria di un PD autosufficiente già
sperimentata con Veltroni e che sortì la dissoluzione del centrosinistra e una
bruciante sconfitta di dimensioni senza precedenti. Infine, il mio sostegno a
Bersani fa leva su una ragione legata alle sue qualità personali e politiche:
il suo pragmatismo e la sua cultura di governo; la sua ostentata alterità
rispetto al leaderismo e al carismaticismo che hanno ammorbato la vita politica
italiana, cui egli oppone una sobrietà e una normalità sempre più rare in un
leader politico; la fiera difesa di una democrazia rappresentativa e
costituzionale che non può prescindere dallo strumento dei partiti, ancorché da
restituire al protagonismo dei cittadini. Vogliamo dire un “usato sicuro”? Che
sia. Una ricetta che merita sperimentare considerando dove ci hanno condotto
gli uomini soli al comando che hanno scambiato la politica con lo spettacolo.
Una conferma alla rovescia delle
traumatiche conseguenze della eventuale vittoria di altri alle primarie ci è
offerta da due personalità tra loro diverse, che non sostengono Bersani ma che,
entrambe, si segnalano per lucidità di analisi. Trattasi di Arturo Parisi e
Paolo Flores D’Arcais. Parisi pronostica un vero e proprio big bang del
centrosinistra nel caso che il segretario del PD perdesse le primarie a ridosso
delle elezioni. Uno scenario apocalittico. Flores, dopo avere detto tutto il
male possibile di Renzi, annuncia che lo voterà proprio per distruggere il PD.
Diagnosi, ripeto, per nulla peregrine, non a caso operate da acuti analisti. Da
loro tuttavia mi distingue radicalmente il giudizio di valore. Se mi è lecito,
l’etica della responsabilità: no, per la mia piccola parte, quel panorama di
macerie vorrei scongiurarlo sostenendo Bersani e, suo tramite, un
centrosinistra largo con cultura di governo. Vorrei concorrere a costruire, non
a distruggere.
Franco Monaco - Senatore PD
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