Dobbiamo sconfiggere l’ideologia
della fine della politica e delle virtù prodigiose di un uomo solo al comando.
E’ una strada che l’Italia ha già percorso, e sempre con esiti disastrosi. Per
noi il populismo è il principale
avversario di una politica autenticamente popolare. In questi ultimi anni
esso è stato alimentato da un liberismo finanziario che ha lasciato i ceti meno
abbienti in balia di un mercato senza regole. La destra populista ha promesso
una illusoria protezione dagli effetti del liberismo finanziario innalzando
barriere culturali, territoriali e a volte xenofobe.
La sola vera risposta al
populismo è la partecipazione
democratica. La crisi della democrazia non si combatte con “meno” ma con
“più” democrazia. Più rispetto delle regole, una netta separazione dei poteri,
una vera democrazia paritaria e l’applicazione corretta e integrale di quella
Costituzione che rimane tra le più belle e avanzate del mondo. Siamo convinti
che il suo progetto di trasformazione civile, economica e sociale sia vitale e
per buona parte ancora da mettere in atto.
L'autonomia, la responsabilità e la libertà femminile sono una leva per
la crescita e una risposta alla crisi democratica. C'è un nesso
strettissimo tra il maschilismo e l'offesa alla dignità delle donne incarnati
in questi anni dal berlusconismo e il degrado delle istituzioni democratiche.
Il riconoscimento della soggettività femminile e l’attuazione del principio
della democrazia paritaria sono oggi condizioni essenziali per la ricostruzione
del Paese.
Vogliamo dare segnali netti
all’Italia onesta che cerca nelle istituzioni un alleato contro i violenti, i
corruttori e chiunque si appropri di risorse comuni mettendo a repentaglio il
futuro degli altri. Per noi ciò equivarrà alla difesa intransigente del principio di legalità, a una lotta decisa all’evasione fiscale, al contrasto severo dei reati contro
l’ambiente, al rafforzamento della
normativa contro la corruzione e a un sostegno
più concreto agli organi inquirenti e agli amministratori impegnati contro
mafie e criminalità, vero piombo nelle ali per l’intero Paese. Vogliamo
contrastare tutte le mafie, reprimendone sia l'azione criminale che l'immensa
forza economica.
La presenza dei capitali mafiosi,
a maggior ragione in un momento di crisi, è un elemento devastante per ogni
prospettiva di rilancio del paese. Va reciso ogni legame o sospetto di
complicità di alcuni rappresentanti politici. La rigorosa applicazione del
codice etico approvato dalla Commissione antimafia è per noi inderogabile per
le candidature a tutti i livelli.
Sulla riforma dell’assetto
istituzionale, siamo favorevoli a un sistema parlamentare semplificato e rafforzato,
con un ruolo incisivo del governo e la tutela della funzione di equilibrio
assegnata al Presidente della Repubblica. Riformuleremo
un federalismo responsabile e bene ordinato che faccia delle autonomie un punto
di forza dell’assetto democratico e unitario del Paese. Sono poi essenziali
norme stringenti in materia di conflitto d’interessi, legislazione antitrust e
libertà dell’informazione.
Daremo vita a un percorso
riformatore che assicuri concretezza e certezza di tempi alla funzione
costituente della prossima legislatura.
Infine, ma non è l’ultima delle
priorità, la politica deve recuperare
autorevolezza, promuovere il rinnovamento, ridurre i suoi costi e la sua
invadenza in ambiti che non le competono. Serve una politica sobria perché se gli italiani devono risparmiare,
chi li governa deve farlo di più. A ogni livello istituzionale non sono
accettabili emolumenti superiori alla media europea. Ma anche questo non basta.
Va approvata una riforma dei partiti, che alla riduzione del finanziamento pubblico
affianchi una legge di attuazione dell’articolo 49 della Costituzione, che
assicuri la democrazia dei e nei partiti, che devono riformarsi per essere
strumento dei cittadini e non luogo opaco di interessi particolari. Bisogna
agire per la semplificazione e l’alleggerimento del sistema istituzionale e
amministrativo.
Occorrono piani industriali per
ogni singola amministrazione pubblica al fine di produrre efficienza e
risparmio. Riconoscere il limite della politica e dei partiti significa anche
aprire il campo alle richieste d’impegno e mobilitazione che maturano nella
società ed alle competenze che si affermano. Tutto ciò dovrà essere messo in
atto a cominciare dalle nomine in enti, società pubbliche e autorità di
sorveglianza e da rinnovati criteri di selezione nelle funzioni di governo.
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